Ricerca nel sito
TANNHÄUSER | 11-15 ottobre

di Richard Wagner

Grande opera romantica in tre atti su libretto proprio, basato sulle due leggende tedesche di Tannhäuser e delle gare poetiche dei Cantori della Wartburg.

direttore Michael Güttler
regia Uwe Eric Laufenberg
scene Rolf Glittenberg
costumi Marianne Glittenberg
disegno luci Andreas Frank
video Gérard Naziri
maestro del coro Fabrizio Cassi

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO PETRUZZELLI

Allestimento scenico | Hessisches Staatstheater Wiesbaden

—————

CONVERSAZIONE SULL’OPERA:
Mercoledì 4 ottobre 2023, ore 19.00, foyer Teatro Petruzzelli
Conversazione sull’Opera 
Tannhäuser a cura di Giorgio Pestelli.

L’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti.

Orari Spettacoli
MERCOLEDì 11 OTTOBRE 2023 - 20:30 | Turno A
VENERDì 13 OTTOBRE 2023 - 20:30 | Turno B
SABATO 14 OTTOBRE 2023 - 18:00 | Turno D
DOMENICA 15 OTTOBRE 2023 - 18:00 | Turno C
La Trama

ATTO PRIMO
Il Monte di Venere.
Il giovane cantore Heinrich von Ofterdingen chiamato Tannhäuser, lasciata la società della Wartburg e il suo Langravio Herrmann, fugge all’Hörselberg, regno della dea Venere, tra le braccia della quale giace languidamente, immerso in un’atmosfera sensuale e inebriante. Attorno ai due amanti sinuose danze di ninfe e baccanti fanno da sfondo al canto ammaliante delle sirene. Nonostante viva di piaceri, il cantore sente nostalgia del mondo che ha lasciato.
Venere, allarmata, tenta ogni mezzo per trattenerlo a sé mettendolo in guardia contro le sofferenze che affronterebbe tra i mortali, ma Tannhäuser pur ammettendo che le attrattive della dea e del suo mondo siano senza pari, non si sente tuttavia parte di quella felicità soave e senza tempo. Venere fa allora appello a tutto il fascino e la persuasione che possiede, ma quando Tannhäuser preso da massima esaltazione, pronuncia il nome della Vergine Maria, il regno di Venere si dissolve rapidamente.
Il cantore si ritrova d’improvviso nel mondo mortale, in una splendida vallata, dove un pastorello seduto su una roccia, intona un dolce canto dedicato a “Frau Holda”, la dea Venere. Passa di lì un corteo di pellegrini in cammino per Roma e Tannhäuser, colpito dalla loro fede ardente, si unisce alla preghiera. Frattanto suoni di caccia annunciano l’arrivo del langravio Herrmann e dei suoi cavalieri, fra i quali vi sono i cantori Wolfram von Eschenbach e Walther von der Vogelweide. Scorgendo Tannhäuser in silenziosa preghiera, Herrmann gli si avvicina: è allora che Wolfram lo riconosce. Dopo una così lunga assenza, tutti si sorprendono del ritorno di Tannhäuser, un tempo loro rivale nelle gare poetiche. Il Langravio lo invita dunque a tornare al castello della Wartburg. Il cantore in realtà si unirebbe più volentieri ai pellegrini sulla via di Roma, ma si convince quando Wolfram gli nomina Elisabeth, nipote del Langravio, della quale era innamorato. Appreso che la fanciulla soffre molto la sua assenza, Tannhäuser chiede di essere ricondotto alla Wartburg, con grande gioia dei suoi compagni cavalieri.

ATTO SECONDO
La grande Sala dei Cantori alla Wartburg.
Elisabeth, raggiante, fa il suo ingresso nella grande sala delle sfide poetiche tra i Cantori: tra poco incontrerà colui che il suo cuore ha prescelto. Giunge infatti Tannhäuser condotto da Wolfram e la fanciulla controlla a stento le sue emozioni. Il cantore, ugualmente commosso, le confida di non ricordare affatto in quale remota terra sia stato per così lungo tempo e che solo il ricordo di lei lo ha guidato verso la Wartburg: finalmente insieme possono riassaporare la loro felicità. Wolfram li guarda affranto dal fondo della sala: egli ama in segreto Elisabeth ma comprende di non avere più speranze.
Giunge Herrmann stupito della presenza di sua nipote, poiché aveva disertato quella sala sin dalla partenza di Tannhäuser. Elisabeth gli dice che l’amore l’ha ricondotta lì, ma senza svelare il nome di chi ama. Il Langravio se ne compiace e si prepara alla gara poetica. Fanno il loro ingresso dame, nobili e cavalieri a cui Herrmann annuncia il tema della sfida: la definizione dell’amore. Al vincitore della tenzone, la bella Elisabeth porgerà il premio dalle proprie mani.
Wolfram, che per primo canta l’amore nella sua essenza più pura, suscita una grande approvazione nei presenti. Tannhäuser risponde al suo canto esaltando invece l’amore sensuale. Interviene un terzo cantore, Biterolf, il quale ribatte indignato elogiando l’amor cortese, ma Tannhäuser non cede. Il Langravio e Wolfram tentano di metter pace, allora Tannhäuser prorompe in un ardente inno a Venere e alla voluttà dei sensi. L’indignazione diventa generale: le dame si ritirano offese, i cavalieri puntano le spade contro Tannhäuser. Ma fra loro si interpone Elisabeth, pregandoli di perdonare cristianamente l’affronto. Solo allora Tannhäuser accorgendosi del suo crimine, si pente: Herrmann lo invita dunque ad unirsi al corteo dei pellegrini per fare penitenza recandosi a Roma, dove implorerà il perdono del Papa.

ATTO TERZO
Vallata davanti alla Wartburg; a sinistra l’Hörselberg.
Innanzi all’immagine della Madonna, Elisabeth è raccolta in preghiera per la salvezza di Tannhäuser. Wolfram la osserva con malinconica tenerezza. Giunge il corteo dei pellegrini di ritorno da Roma ed Elisabeth li scruta ansiosa: tra loro purtroppo non trova Tannhäuser. La fanciulla allora si raccomanda alla Vergine e si dirige verso il castello. Wolfram si offre di accompagnarla, ma lei rifiuta e gli impone il silenzio. Rimasto solo, il giovane intona un canto accorato alla stella della sera.
In quel momento giunge Tannhäuser che sfinito e abbattuto chiede a Wolfram la via per ritornare al Monte di Venere. Racconta al suo amico di aver fatto pellegrinaggio a Roma purtroppo senza esito: il Papa gli ha negato il perdono. Perduta ogni speranza, intende ritornare nel regno di Venere per sprofondare nell’oblio dell’amore sensuale. In una splendida visione appare la dea Venere, più ammaliante che mai; Tannhäuser fa per precipitarsi verso di lei, incontro alla perdizione, ma Wolfram pronuncia ancora una volta il nome di Elisabeth. Tannhäuser blocca i suoi passi come pietrificato dal suono dolce di quel nome, distoglie subito lo sguardo dalla dea e la visione si dissolve.
Un canto cupo e lamentoso annuncia l’ingresso di un corteo funebre: Elisabeth, spirata per il dolore, viene condotta al sepolcro. Tannhäuser, sconvolto, invoca l’anima dell’amata e muore accanto alla sua bara.
Giunge il nuovo giorno: dei giovani pellegrini recano il pastorale del Papa fiorito per miracolo, segno visibile del sospirato perdono del Pontefice. Tutti intonano un canto di ringraziamento alla misericordia divina.

Interpretato Da

Tannhäuser
Aaron Cawley  [11 / 13 / 15 ott]
Heiko Börner  [14 ott]


Herrmann
Young Doo Park


Elisabeth
Betsy Horne  [11 / 14 ott]
Elena Bezgodkova  [13 / 15 ott]


Venere
Jordanka Milkova


Wolfram von Eschenbach
Birger Radde


Walther von der Vogelweide
Gustavo Quaresma


Biterolf
Marek Reichert


Heinrich der Schreiber
Paul Curievici


Reinmar von Zweter
Mikhail Biryukov


Un giovane pastore
Donata-Alexandra Koch