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Il teatro

La storia del Teatro Petruzzelli

Nella seconda metà dell’Ottocento, sulla scia delle altre grandi città italiane, Bari era già dotata di un Teatro comunale pubblico, il Teatro Piccinni, inaugurato nel 1854.

La limitata capienza di questo contenitore culturale (circa mille posti) fu all’origine di diversi malumori tra i cittadini che, a causa di una politica di prezzi troppo alti e dello scarso numero di posti disponibili, cominciavano a invocare un teatro «di tutti e per tutti». Ad alimentare questo clima turbolento si aggiunse il successo, nel 1890, di «Cavalleria Rusticana» di Pietro Mascagni che – aggiudicandosi nel 1883 il «Concorso Sonzogno» – si impose sulla scena nazionale.

A Bari c’era grande attesa per l’opera del musicista, pugliese di adozione. Mascagni aveva infatti composto il suo capolavoro a Cerignola, dove aveva vissuto per molti anni. Purtroppo il Piccinni non si prestava ad accogliere l’allestimento dell’opera: la necessità di un grande teatro era ormai un’esigenza imprescindibile.

Il Consiglio comunale aveva già affrontato la questione con due delibere del 1877, con cui si impegnava ad assegnare un premio di 12 mila lire e il suolo necessario, a titolo gratuito, all’impresa che si fosse dichiarata disposta a costruire un teatro, nei termini e nei modi previsti. I fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori di origine triestina, presentarono un progetto curato da un loro cognato, l’ingegnere barese Angelo Cicciomessere (poi diventato Messeni, in seguito a un Decreto Reale).

Il progetto fu approvato nel 1895 (e poi rivisto nel 1898), ma l’avvio dei lavori continuava a tardare. Ogni remora venne definitivamente abbandonata in seguito ai disordini popolari causati dall’aumento del dazio sulla farina: le autorità cittadine decisero allora di porre in essere un nutrito programma di opere pubbliche, per dare lavoro a un gran numero di persone ed alleviare così le tensioni sociali.

La costruzione del Petruzzelli ebbe inizio il 23 maggio 1898, ma il Teatro venne inaugurato solo quattro anni dopo, il 14 febbraio 1903, con «Gli Ugonotti» di Giacomo Meyerbeer.

Il Petruzzelli si distingueva rispetto agli altri teatri italiani per la straordinaria capienza (in origine 2.192 posti, oggi 1.482, ridotti nel tempo in seguito alle normative di sicurezza) oltre che per varietà della programmazione.

Sul palcoscenico del Petruzzelli furono rappresentati i grandi classici del repertorio lirico (le opere di Verdi e Puccini in primis) e nuovi spettacoli in linea con le tendenze del panorama artistico internazionale. Si ricordano la grand-opéra di Marchetti Ruy Blas, genere che per l’imponenza delle esecuzioni e la complessità della macchina scenica veniva difficilmente proposto nelle stagioni liriche, l’opéra- comique di Auber Fra’ Diavolo, l’opera ballo Guarany di Gomes e il balletto di Marengo Ballo Excelsior.

Il palcoscenico del Petruzzelli riluceva allora della presenza di artisti indimenticabili: i tenori Mario del Monaco, Alfredo Kraus, Beniamino Gigli, Tito Schipa, il soprano Renata Tebaldi e il baritono Renato Bruson. Con l’arrivo dell’era fascista, il controllo politico si estese anche nelle scelte della programmazione artistica cittadina, dove comparivano compositori in linea con i gusti del regime. Poi l’arrivo della guerra e la successiva caduta del fascismo. Quando Bari diventò sede delle forze alleate il Petruzzelli fu occupato dall’esercito anglo-americano che lo trasformò in un contenitore dedicato allo svago per le proprie truppe, come testimoniato da «Polvere di Stelle».

Il film interpretato da Alberto Sordi e Monica Vitti descrive l’atmosfera di un Petruzzelli palcoscenico di ogni forma di intrattenimento, negli anni malinconici del dopoguerra. Nel 1973 il Petruzzelli ottenne il riconoscimento di «Teatro di tradizione». In quegli anni si avvicendarono sulla scena pugliese eventi lirici di rilevanza internazionale. A Bari il regista Ronconi rappresentò quella «Ifigenia in Tauride» di Piccinni che poi avrebbe portato nel Théâtre du Châteletdi Parigi e il regista Pier Luigi Pizzi mise in scena «I Puritani» di Bellini, nella prima versione che il compositore scrisse per la cantante spagnola Maria Malibran.

Dal 1981 il Teatro accolse le più grandi compagnie di balletto (tra cui quelle di Maurice Béjart e Roland Petit), regalando al pubblico spettacoli indimenticabili. Il Petruzzelli ospitava abitualmente i cantanti più noti e apprezzati del panorama mondiale: Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras, Katia Ricciarelli, Raina Kabaivanska e Cecilia Gasdia. Le stagioni del Petruzzelli di Bari erano tra le più belle d’Italia.

I riflettori si erano appena spenti sulla Norma di Bellini quando, la notte del 27 ottobre del 1991, un incendio distrusse il Teatro danneggiando irrimediabilmente la vita artistica del capoluogo pugliese e lasciando i cittadini nello sgomento di un evento inimmaginabile.

Il 6 dicembre 2009, con la chiusura ufficiale del cantiere, il Teatro viene riconsegnato a Bari e alla Puglia completamente ricostruito, esattamente com’era nei suoi spazi fondamentali, ma con strutture all’avanguardia dal punto di vista della sicurezza e delle tecnologie.

L’attività artistico-culturale della Fondazione ha ritrovato così il suo palcoscenico naturale fino ai successi della nuova stagione.