ATTO UNICO
Due figure clownesche, Don Cosimo e Papèla, simili a dei comici di varietà, raccontano la favola liberamente ispirata al labirinto di Creta, quel luogo mitico nel quale si entra ma non si esce, poiché ci si perde al suo interno non ritrovando più la via del ritorno.
Minosse, sovrano di Creta, fa rinchiudere nel labirinto il terribile Minotauro, un essere mostruoso metà uomo e metà toro che si nutre di bambini. Ogni anno infatti vengono offerti in sacrificio al Minotauro sette ragazzine e sette ragazzini ateniesi come dono di pace tra le due città in guerra.
Un giorno però Teseo, figlio di Egeo, re di Atene, decide di sfidare il mostro per mettere fine a questa orribile usanza. Il ragazzo si offre volontario tra i quattordici giovani che quell’anno vengono prescelti per il sacrificio al Minotauro e si imbarca per Creta. Giunto in città, si innamora di Arianna, figlia del re Minosse e le racconta il suo progetto. Anche la ragazza si scopre perdutamente innamorata del giovane e quindi decide di aiutarlo.
Arianna però spinge Teseo a riflettere: anche se lui riuscisse nell’eroica impresa di uccidere il mostro, rimarrebbe imprigionato a vita nel labirinto. Per questo la giovane suggerisce una soluzione astuta: dona a Teseo un gomitolo di lana da portare con sé. Un capo del gomitolo lo terrà lei in mano all’ingresso e l’altro capo lo porterà lui con sé dentro i meandri.
In virtù della sua audacia, Teseo affronta il mostro e, dopo averlo trafitto mortalmente con una piccola spada nascosta sotto la veste, riesce infine ad uscire con successo da quell’intricato dedalo di passaggi, proprio grazie all’efficace stratagemma del filo di lana. Gli basta infatti ripercorrerlo a ritroso per ritornare dall’amata Arianna, liberando così per sempre Atene dall’obbligo odioso di inviare altre vittime sacrificali e volgendo il racconto a un gioioso lieto fine.