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TESORI SVELATI

A passeggio fra storia e storie. 

L’antico Palazzo San Michele e i costumi del Teatro Petruzzelli si mettono in mostra.

Dall’incontro fra il costumista Luigi Spezzacatene, coordinatore del settore costume del Teatro Petruzzelli e l’architetto Daniela Boscia nasce un percorso espositivo che parla d’arte e che prenderà forma a Palazzo San Michele, in Strada San Benedetto 15, nel Borgo Antico di Bari, visitabile dal 7 maggio al 7 ottobre 2025.

L’ingresso è gratuito fino ai 17 anni di età, dai 18 anni in su il biglietto di ingresso costerà 3 euro.

L’esposizione è aperta dal Venerdì alla Domenica dalle 18.00 alle 21.00.

Informazioni: +39 080 5239748

Si informa il gentile pubblico che la mostra è stata prorogata e sarà visitabile fino a domenica 16 novembre 2025.

L’esposizione ha portato in scena prima i costumi dell’opera “Il Gatto con gli stivali”, opera commissionata al compositore Nicola Scardicchio, per la regia di Maria Grazia Pani, costumi di Luigi Spezzacatene e la scenografia di Francesco Arrivo, prodotta dalla Fondazione Teatro Petruzzelli e andata in scena nel 2018,. Successivamente ha proposto i meravigliosi costumi ideati da Elisa Savi per “The beggar’s opera”, di Benjamin Britten, per la regia di Moni Ovadia e la direzione musicale del maestro Rino Marrone, andata in scena nel 2005 con grande successo di pubblico e critica.

Dal 12 settembre verranno esposti i sontuosi costumi ideati da Roberto Capucci per “Turandot” di Giacomo Puccini, nell’allestimento della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, andato in scena nel 2023, con la regia di Paul Curran e le scene di Gary McCann: una Turandot segnata da grande forza visiva e raffinata eleganza scenica.

PALAZZO SAN MICHELE

 

Palazzo San Michele, attualmente sede degli uffici amministrativi della Fondazione Teatro Petruzzelli, ha una storia antica e stratificata nei secoli, profondamente legata a quella della città di Bari.  Restituito alla città dopo un accurato restauro, eseguito grazie al contributo del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, è stato donato dal Comune di Bari alla Fondazione nel 2011; dal 2018 accoglie gli uffici amministrativi dell’ente lirico pugliese.

Le poche testimonianze e i molteplici rimaneggiamenti rendono difficile ricostruirne con certezza la storia e l’esatta estensione.

Il Palazzo sorge sui resti del monastero di San Benedetto, fondato tra il 978 e il 979 dall’abate Gerolamo, che accolse i primi monaci benedettini giunti a Bari dal monastero di Santa Sofia in Benevento. Proprio qui i monaci benedettini conservarono per due anni le reliquie di San Nicola, appena arrivate a Bari dopo essere state trafugate da Mira nel 1087, in attesa che si completasse la costruzione della Basilica Nicolaiana.

Si ritiene che nel Monastero furono prodotti importanti codici miniati, forse anche i rotoli degli EXULTET, oggi conservati nel Museo diocesano di Bari, e che esso fosse sede dello scriptorium. 

Dell’impianto originario oggi è possibile riconoscere solo il nucleo centrale, costituito dalla prima chiesa del Monastero, dai due lati del chiostro, dai resti della seconda chiesa con la sottostante cripta. I resti del chiostro vennero alla luce in seguito a lavori di scavo condotti nel 1908, che hanno poi riportato alla luce anche i resti dell’abside di una Chiesa del decimo secolo, edificata per prima.

Della struttura del Chiostro si sono conservati i lati SUD ed EST, caratterizzati dall‘appariscente quadrifora ad archi a doppia ghiera

Peculiarità della quadrifora sono le colonnine di diversa sezione con capitelli a stampella. I capitelli sono dell’XI e del XIII secolo e presentano decorazioni con figure zoomorfe tipiche del Medioevo.

Nel Settecento l’impianto medievale fu demolito e ricostruito secondo lo stile arrivato a noi oggi.

Nel 1860 il Convento venne occupato dalle truppe garibaldine e successivamente utilizzato come sede degli uffici del Genio Militare. Nel 1985 fu chiuso per le precarie condizioni strutturali. Il restauro di Palazzo San Michele (già San Benedetto), avviato ad ottobre del 2014 e conclusosi a dicembre del 2016, è stato un’occasione unica per rimuovere le numerose superfetazioni novecentesche che avevano annullato i valori figurativi del complesso architettonico, riportando il fasto del palazzo a tutto il suo antico splendore.