ATTO PRIMO
Un villaggio dei paesi baschi alla fine del 1700.
La bella Adina, una ricca e capricciosa fittavola, legge un libro nell’aia della sua florida fattoria. Poco distante l’ammira sospiroso il giovane Nemorino, umile contadino innamorato di lei ma tristemente consapevole di non essere alla sua altezza. I mietitori, per allietare il riposo dal lavoro al fresco dell’ombra, chiedono ad Adina di leggere a voce alta la storia di Tristano che innamorato della regina Isotta, ricorre ad un filtro magico per farla innamorare di lui. La storia accende la fantasia del candido Nemorino: chissà se un magico elisir possa aiutarlo nell’impresa di conquistare Adina?
In quel momento giunge Belcore sergente di guarnigione di stanza al villaggio, che alla testa di un drappello di soldati intende arruolare nuove leve. L’uomo corteggia apertamente Adina e preme per sposarla, ma lei non convinta prende tempo: ella difatti crede che l’amore fedele non le si addica e con civetteria lo confessa proprio a Nemorino, cui vuole far sapere quanto il suo cuore sia volubile ed incostante. Uno squillo di tromba annuncia l’arrivo al villaggio di Dulcamara, abile e scaltro ciarlatano che fingendosi medico, millanta grande sapienza nel preparare pozioni portentose. Nemorino crede sia proprio l’uomo giusto al momento giusto e chiede se tra i tanti abbia un elisir d’amore. Il truffatore intuendone l’ingenuità gli offre al prezzo di uno zecchino – in realtà tutto quel che possiede il giovane -, del banale vino bordeaux, spacciandolo per un potente filtro d’amore il cui sicuro effetto però si presenterà dopo un giorno – il tempo necessario al truffatore per far fagotto e scappar via indisturbato -. Entusiasta, il candido contadino beve d’un fiato l’elisir ma si ubriaca, divenendo così disinvolto da mostrarsi indifferente verso Adina. La giovane molto infastidita poiché abituata ad essere desiderata, nota il brusco cambiamento dello spasimante, i cui timidi sospiri romantici si sono mutati in spavalderia. Stizzita, Adina decide su due piedi di sposare Belcore per ripicca, fissando le nozze per il giorno stesso. Nemorino la implora di rimandare tutto al giorno seguente, nella segreta speranza che l’elisir faccia effetto. L’insistenza di Nemorino infastidisce assai Belcore e tra i due uomini volano minacce. Adina si mostra indifferente alle suppliche del contadino e mentre si allontana al braccio di Belcore ponendo fine alla lite, invita tutti i villici a festeggiare le nozze imminenti con un grande banchetto.
ATTO SECONDO
Interno della fattoria di Adina.
Mentre fervono grandi preparativi per il matrimonio, Dulcamara e Adina cantano una deliziosa barcarola per intrattenere gli ospiti. In quel momento giunge in gran fretta il notaio portando con sé il contratto di matrimonio da far sottoscrivere agli sposi, ma Adina decide inaspettatamente di rinviare tutto alla sera. Vuole che alla cerimonia vi assista anche Nemorino, per vendicarsi apertamente della fredda indifferenza mostratale.
Il giovane è invece disperato poiché vede fuggire il tempo senza che l’elisir abbia sortito alcun effetto. Avendo poi speso tutti i suoi averi, non può neppure acquistare dell’altro elisir. Belcore approfittando della penosa situazione in cui versa il suo rivale e col preciso scopo di sbarazzarsene, alletta Nemorino con la proposta di arruolarsi nelle schiere dei suoi soldati per ricevere subito i 20 scudi di paga. Nemorino accetta all’istante: con quei denari potrà comprare l’elisir e non perderà così la sua amata.
In realtà le ristrettezze economiche sarebbero già finite per Nemorino, avendo ricevuto una grossa eredità da uno zio deceduto da poco. Egli però non è al corrente del luttuoso evento familiare, ma Giannetta, villanella intraprendente, ha invece diffuso in segreto la notizia a tutte le fanciulle del villaggio. Appreso della gran fortuna di Nemorino, le giovani paesane iniziano a corteggiarlo vistosamente. Adina invece che ne è all’oscuro, si ingelosisce molto vedendolo in così dolce compagnia. L’incredulo Nemorino immagina che tanto interesse femminile sia solo l’effetto del potente elisir e sembra volerne approfittare, invece si accorge di una lacrima che scorre sul viso di Adina. Con gioia capisce così di essere ricambiato. Persino lo stesso Dulcamara osservando stupito gli effetti del “suo” elisir, comincia a credere che abbia davvero un potere magico e se ne vanta con Adina, alla quale dice di aver venduto al giovane contadino un potente filtro d’amore: la fanciulla comprende allora che Nemorino l’ama davvero. Adina decisa a non farlo partire e a rendergli la libertà, riscatta dunque il suo contratto di arruolamento restituendo al sergente Belcore i venti scudi. Rende poi il contratto a Nemorino, il quale crede si tratti di un gesto d’amore, che il cuore di Adina stia finalmente cedendo, invece l’orgoglio fa sussurrare alla fanciulla soltanto un frettoloso congedo. Nemorino deluso per una confessione d’amore che ancora non giunge, preso dall’impazienza decide di provocarla con una scenata: le rende platealmente il contratto e le dichiara a gran voce di voler partire subito comunque. Sarà la giusta cura per il mal d’amore che lo affligge, poiché non ha motivi per restare al villaggio data la certezza di non essere riamato. A quel punto la fanciulla temendo di perderlo per sempre, si decide finalmente ad aprire il suo cuore e a confessare l’amore che prova per lui. I due giovani si riconciliano felicemente ma con grande disappunto di Belcore, il quale però si consola molto presto del mancato matrimonio convinto di avere mille altre fanciulle da corteggiare, mentre un fiero dottor Dulcamara celebra lo straordinario successo ottenuto con il suo “portentoso” elisir.
C’è ancora una nota lieta in serbo per i due innamorati, ovvero apprendere finalmente la splendida notizia della grossa eredità di Nemorino, che in un solo giorno ha fatto di un umile contadino l’uomo più ricco del villaggio.